Povertà, gestire l’emergenza non è più sufficiente
Povertà a Verona: gestire l’emergenza non è più sufficiente
Lavoro, welfare e sostegno al volontariato le vie d’uscita
I nuovi dati sulla povertà a Verona mostrano una volta di più la gravità della crisi economica in corso, capace di aggredire anche le fasce sociali più insospettabili. Tema inspiegabilmente assente dalla campagna elettorale, che pare più attenta al benessere dei candidati piuttosto che a quello dei cittadini. Fortuna che esistono le associazioni e gli enti caritatevoli. Mi sembra evidente che non si può più pensare soltanto a gestire l’emergenza ma che serva un piano comunale di lotta alla povertà che cerchi di trovare anche delle vie di uscita. Un piano basato innanzitutto su progetto chiaro di città, capace di individuare i settori economici su cui puntare al fine di creare nuove opportunità di lavoro, unica vera via d’uscita dalla povertà. E che contemporaneamente faccia leva sulle forze del volontariato, cattolico e laico già impegnate sul campo, come protagonisti del sistema di welfare locale. Voglio portare alla discussione la costituzione di un fondo di solidarietà su base volontaria per le famiglie in difficoltà, sul modello di quello stanno facendo a Milano, di cui il Comune dovrebbe farsi promotore ma la cui gestione dovrebbe essere lasciata ad un gruppo di personalità di specchiata fama e moralità individuate nella società civile. Credo che su questi presupposti i veronesi che stanno meglio non farebbero mancare la loro generosità nemmeno in queste difficili circostanze.
Michele Bertucco, candidato Sindaco
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