Una nuova mozione per Ca’ di Capri

Nella mattinata di oggi è stata protocollata una nuova mozione per chiedere alla Giunta Comunale di Sona ed a tutta l’Amministrazione di prendere una posizione chiara contro la delibera della Giunta Regionale con la quale la stessa, incurante della sentenza del Consiglio di Stato dello scorso anno, riapprova il progetto di ampliamento della discarica.

La mozione, redatta dal nostro gruppo, è stata condivisa e sottoscritta anche dai consiglieri di minoranza Flavio Bonometti (Progetto Comune), Virginio Moletta (Lista Tosi) e Vittorio Caliari (Pdl).

2016-09-16-mozione-ca-di-capri_pagina_1 2016-09-16-mozione-ca-di-capri_pagina_2 2016-09-16-mozione-ca-di-capri_pagina_3


Ca di Capri, una storia senza fine.

06_27_are_f1_511_1_resize_597_334

È passato poco più di un anno da quando il Consiglio di Stato, confermando la sentenza del TAR Veneto, aveva sancito l’illegittimità del progetto di riapertura della discarica Cà di Capri.

Era stata infatti accolta la tesi del Comitato Cittadini: Rotamfer non poteva conferire nuovamente car-fluff, rifiuto che aveva causato numerosi problemi di inquinamento, motivo per cui le autorità giudiziarie avevano ordinato la messa in sicurezza obbligatoria del sito.

Ora però si ricomincia da capo.

Con una decisione a tratti surreale, la Regione Veneto ha infatti deliberato la riapprovazione dello stesso progetto presentato da Rotamfer nel 2013.

In altre parole, nessuna retromarcia, Rotamfer può ricominciare a conferire rifiuti nella discarica, car-fluff compreso.

Si tratta insomma di una pessima notizia perché rende ancora più attuale il rischio alla salute per i cittadini di Sona.

Per il Comitato Cittadini è quindi all’orizzonte l’ennesima battaglia legale.

A distanza di qualche anno, quindi, si ripresenta la stessa domanda: il Comune di Sona è favorevole alla riapertura o, almeno questa volta, intende opporsi alla delibera regionale?

È tempo di responsabilità: i cittadini meritano una scelta chiara e motivata e non la posizione di ignavia che ha sin qui caratterizzato il Comune di Sona.

Noi ribadiamo il nostro accorato appello al Sindaco e alla Giunta a farsi carico del problema perché sulla tutela della salute e dell’ambiente non sono accettabili compromessi al ribasso.

L’importante ruolo del Comitato dei Cittadini, a cui noi non mancheremo di garantire l’appoggio, non può supplire al ruolo della politica.

Mai come ora è quindi necessaria una forte presa di coscienza da parte della cittadinanza e di tutte le forze politiche per fare fronte comune contro la scellerata decisione della Regione Veneto.

Auspichiamo che anche gli amministratori prendano coscienza della gravità del problema e senza indugi affianchino il Comitato per trovare soluzioni realmente volte alla tutela dell’ambiente e della salute dei cittadini.


Acrobazie di Giunta: una poltrona per Forante

image

Sulla vicenda legata alle quote rosa all’interno della Giunta di Sona, negli ultimi mesi abbiamo letto di tutto e di più. Ancora oggi, in riferimento alle nuove vicende, l’Amministrazione ha relegato la questione ad un attacco personale evitando abilmente la sostanza dei fatti.

Per chiarezza e maggior completezza, li riepiloghiamo brevemente.

All’esito delle elezioni comunali del 2013 il neoeletto sindaco Gianluigi Mazzi nominò quali assessori della Giunta Comunale quattro uomini (Caltagirone, Bianco, Dalla Valentina e Forante) ed una donna (Dal Forno). All’epoca, la normativa richiedeva che entrambi i sessi fossero rappresentanti negli organi di governo senza però stabilire la quota obbligatoria.

Ad inizio del 2014, a causa di una vertenza con l’Università di Verona che gli imponeva di scegliere tra il ruolo di dirigente e quello nella Giunta Comunale, il sig. Bianco si dimise dalla carica di assessore per poi ricorrere contro il provvedimento della stessa Università.

Il Tribunale di Verona stabilì che non vi fosse incompatibilità tra i due incarichi perciò, dopo pochi giorni, il Sindaco nominò nuovamente Bianco Assessore del Comune di Sona.

Nel frattempo, però, era entrata in vigore la Legge n. 56/2014 che ha introdotto, tra le altre, la seguente norma: “Nelle giunte dei comuni con popolazione superiore a 3.000 abitanti, nessuno dei due sessi può essere rappresentato in misura inferiore al 40 per cento, con arrotondamento aritmetico“.

In sostanza, la nuova nomina violava la rappresentanza del genere femminile nella Giunta Comunale di Sona. La questione è stata immediatamente sollevata dai consiglieri comunali di minoranza, chiedendo al Sindaco di rivedere la propria decisione. Il Gruppo PD-NP ha scelto di limitarsi ad evidenziare il problema giuridico e politico. Altri consiglieri (Gualtiero Mazzi, Federico Zanella) e l’associazione “Donna & Futuro” hanno invece proposto ricorso avanti il TAR Veneto.

Con sentenza n. 224/2015, il Giudice Amministrativo ha accolto il ricorso rilevando la violazione della legge, annullando la nomina dell’assessore Bianco e condannando il Comune di Sona al pagamento delle spese legali dei ricorrenti.

Al netto degli isterismi della maggioranza, il risultato è molto chiaro: la nomina era illegittima ed il prezzo della cocciutaggine molto salato (circa 6.000 per l’avvocato del Comune e circa 3.000 per l’avv. Mazzi che comporterà il riconoscimento di un debito fuori bilancio!) per non parlare della figuraccia rimediata.

Ci si sarebbe dunque aspettati meno clamore e molto buon senso.

Invece, per evidenti ragioni di equilibrio interno, si è cercato di mascherare l’accaduto e si è ricercata una soluzione politica per far rientrare l’assessore Bianco.

In breve tempo si è infatti dimesso l’assessore Forante creando così due posti vacanti in Giunta, uno per Bianco e l’altro per Catalano.

La norma prevede però che il tetto minimo di rappresentanza è del 40% che, in una giunta di sei componenti (5 assessori più il sindaco), può dirsi rispettata solo con tre componenti di ogni genere.

Ancora una volta il Gruppo PD-NP ha scelto di limitarsi ad evidenziare il problema giuridico e politico associandosi ad una raccomandazione con la quale è stato richiesto di rivedere la decisione per evitare ulteriori ricorsi.

Così non è avvenuto perciò alcuni degli altri consiglieri di minoranza hanno presentato un nuovo ricorso al TAR Veneto.

Alla luce del primo ricorso perso, forse sarebbe stato meglio serbare un decoroso silenzio stampa… quanto meno per scaramanzia. Invece si è scelto ancora una volta di attaccare le minoranze tacendo delle nuove “acrobazie” di Giunta che fanno accapponare la pelle.

Stiamo parlando della delibera n. 96/2016, con la quale la Giunta ha ritenuto fondamentale istituire la figura del portavoce del Sindaco.

A due anni dalle elezioni, l’amministrazione del moralismo civico, autoproclamatasi paladina degli sprechi e dell’antipolitica, fa rientrare dalla finestra l’ex assessore Forante e gli garantisce una poltrona a 6.600 Euro all’anno.

C’era proprio bisogno di questo portavoce? E l’Assessore alla “Comunicazione” che fine ha fatto? Quali sarebbero le competenze “giornalistiche” del portavoce Forante? E’ proprio sicura la Giunta che questa nomina sia legittima?

Il punto centrale della vicenda è a nostro avviso l’incredibile sfacciataggine con cui l’Amministrazione Comunale è avvezza a piegare le norme per i propri interessi politici. E’ infatti evidente che questa operazione è il prezzo per le dimissioni di Forante da assessore.

Rammarica enormemente vedere che tutto ciò avviene per logiche ed interessi personali a spese dei cittadini e dell’interesse pubblico.

Chissà cosa avrebbe detto l’ex consigliere di minoranza Bianco…


Impegno per i servizi sanitari

image

Insieme al tema dell’educazione e della formazione, la prevenzione e la cura sanitaria di tutte le persone determina il livello di benessere e di qualità del vivere della comunità. Oltre alla crescita economica ed occupazionale, quindi, lo sviluppo di un territorio va misurato anche per la capacità di offrire un’alta qualità della vita e dell’ambiente ed efficienza di servizi sociosanitari. Per questo motivo, Nuove Prospettive e Partito Democratico sostengono da anni le battaglie per l’ambiente (per la messa in sicurezza di Ca di Capri e la bonifica di Sun Oil) ed abbiamo lanciato l’allarme sulle disfunzioni del nostro sistema sanitario. È ormai consapevolezza diffusa tra i cittadini di Sona che la nostra Ulss e in particolare gli ospedali di Bussolengo e Villafranca non garantiscano un’efficienza sanitaria pari ad altri ospedali veronesi. Per questo motivo il nostro gruppo il 9 marzo scorso, presso la sala consiliare a Sona, ha organizzato un evento per raccogliere le opinioni di operatori e cittadini (vedi articolo a riguardo).

La positiva risposta, al netto di una polemica e di un tentativo di sfiduciare la serata, è stata la grande e interessata partecipazione, che ha evidenziato che accanto al diffuso giudizio negativo sull’operato dell’Ulss 22, esiste un’ampia disponibilità tra i cittadini a sostenere un’azione di cambiamento. A distanza di poche settimane dall’evento abbiamo avuto le temute conferme dai giornali (L’Arena 28.04.2016) : il numero di tumori al seno della nostra Ulss è doppio rispetto alla media regionale (11,3 per mille abitanti rispetto alla media regionale del 5,6). Per l’importanza del tema e la gravità della situazione stiamo seguendo l’evolversi dei fatti e, con l’impegno del nostro Gruppo a livello locale e della Consigliera Regionale del PD Orietta Salemi in Regione, perseguiremo ogni iniziativa utile per correggere la scellerata politica di tagli operata dall’Ulss 22 e dalla Giunta Zaia.


1 13 14 15 16 17 39