Acrobazie di Giunta: una poltrona per Forante

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Sulla vicenda legata alle quote rosa all’interno della Giunta di Sona, negli ultimi mesi abbiamo letto di tutto e di più. Ancora oggi, in riferimento alle nuove vicende, l’Amministrazione ha relegato la questione ad un attacco personale evitando abilmente la sostanza dei fatti.

Per chiarezza e maggior completezza, li riepiloghiamo brevemente.

All’esito delle elezioni comunali del 2013 il neoeletto sindaco Gianluigi Mazzi nominò quali assessori della Giunta Comunale quattro uomini (Caltagirone, Bianco, Dalla Valentina e Forante) ed una donna (Dal Forno). All’epoca, la normativa richiedeva che entrambi i sessi fossero rappresentanti negli organi di governo senza però stabilire la quota obbligatoria.

Ad inizio del 2014, a causa di una vertenza con l’Università di Verona che gli imponeva di scegliere tra il ruolo di dirigente e quello nella Giunta Comunale, il sig. Bianco si dimise dalla carica di assessore per poi ricorrere contro il provvedimento della stessa Università.

Il Tribunale di Verona stabilì che non vi fosse incompatibilità tra i due incarichi perciò, dopo pochi giorni, il Sindaco nominò nuovamente Bianco Assessore del Comune di Sona.

Nel frattempo, però, era entrata in vigore la Legge n. 56/2014 che ha introdotto, tra le altre, la seguente norma: “Nelle giunte dei comuni con popolazione superiore a 3.000 abitanti, nessuno dei due sessi può essere rappresentato in misura inferiore al 40 per cento, con arrotondamento aritmetico“.

In sostanza, la nuova nomina violava la rappresentanza del genere femminile nella Giunta Comunale di Sona. La questione è stata immediatamente sollevata dai consiglieri comunali di minoranza, chiedendo al Sindaco di rivedere la propria decisione. Il Gruppo PD-NP ha scelto di limitarsi ad evidenziare il problema giuridico e politico. Altri consiglieri (Gualtiero Mazzi, Federico Zanella) e l’associazione “Donna & Futuro” hanno invece proposto ricorso avanti il TAR Veneto.

Con sentenza n. 224/2015, il Giudice Amministrativo ha accolto il ricorso rilevando la violazione della legge, annullando la nomina dell’assessore Bianco e condannando il Comune di Sona al pagamento delle spese legali dei ricorrenti.

Al netto degli isterismi della maggioranza, il risultato è molto chiaro: la nomina era illegittima ed il prezzo della cocciutaggine molto salato (circa 6.000 per l’avvocato del Comune e circa 3.000 per l’avv. Mazzi che comporterà il riconoscimento di un debito fuori bilancio!) per non parlare della figuraccia rimediata.

Ci si sarebbe dunque aspettati meno clamore e molto buon senso.

Invece, per evidenti ragioni di equilibrio interno, si è cercato di mascherare l’accaduto e si è ricercata una soluzione politica per far rientrare l’assessore Bianco.

In breve tempo si è infatti dimesso l’assessore Forante creando così due posti vacanti in Giunta, uno per Bianco e l’altro per Catalano.

La norma prevede però che il tetto minimo di rappresentanza è del 40% che, in una giunta di sei componenti (5 assessori più il sindaco), può dirsi rispettata solo con tre componenti di ogni genere.

Ancora una volta il Gruppo PD-NP ha scelto di limitarsi ad evidenziare il problema giuridico e politico associandosi ad una raccomandazione con la quale è stato richiesto di rivedere la decisione per evitare ulteriori ricorsi.

Così non è avvenuto perciò alcuni degli altri consiglieri di minoranza hanno presentato un nuovo ricorso al TAR Veneto.

Alla luce del primo ricorso perso, forse sarebbe stato meglio serbare un decoroso silenzio stampa… quanto meno per scaramanzia. Invece si è scelto ancora una volta di attaccare le minoranze tacendo delle nuove “acrobazie” di Giunta che fanno accapponare la pelle.

Stiamo parlando della delibera n. 96/2016, con la quale la Giunta ha ritenuto fondamentale istituire la figura del portavoce del Sindaco.

A due anni dalle elezioni, l’amministrazione del moralismo civico, autoproclamatasi paladina degli sprechi e dell’antipolitica, fa rientrare dalla finestra l’ex assessore Forante e gli garantisce una poltrona a 6.600 Euro all’anno.

C’era proprio bisogno di questo portavoce? E l’Assessore alla “Comunicazione” che fine ha fatto? Quali sarebbero le competenze “giornalistiche” del portavoce Forante? E’ proprio sicura la Giunta che questa nomina sia legittima?

Il punto centrale della vicenda è a nostro avviso l’incredibile sfacciataggine con cui l’Amministrazione Comunale è avvezza a piegare le norme per i propri interessi politici. E’ infatti evidente che questa operazione è il prezzo per le dimissioni di Forante da assessore.

Rammarica enormemente vedere che tutto ciò avviene per logiche ed interessi personali a spese dei cittadini e dell’interesse pubblico.

Chissà cosa avrebbe detto l’ex consigliere di minoranza Bianco…



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