Riforma rischia di penalizzare ulteriormente lavoratori interinali
“Nel turbinio di proposte sulla riforma del lavoro rischiano di rimanere scottati i lavoratori interinali, titolari di una forma di flessibilità che deve mantenere i limiti di utilizzo per cui è stata progettata per non dar luogo a ulteriore precarietà”. È quanto hanno scritto i senatori della Commissione Lavoro Achille Passoni, Rita Ghedini, Paolo Nerozzi (Pd), Cristina De Luca (Api-Fli), Vincenzo Fasano ed Ada Spadoni Urbani (Pdl) in una lettera inviata al Ministro del Welfare, Elsa Fornero.
Continuano i senatori: “Ci preoccupa la notizia secondo la quale nel Decreto attuativo della Direttiva Comunitaria sulla somministrazione sarebbero stati eliminati l’obbligo di fornire i motivi di ricorso al lavoro interinale e dei limiti contrattuali per tutti i percettori di ammortizzatori sociali e per gli svantaggiati, e si è mantenuta invece la possibilità di sottopagare gli svantaggiati in deroga al principio di parità. Il parere espresso dalle Commissioni sullo Schema di D.Lgs. sull’attuazione della direttiva 2008/104/CE relativa al lavoro tramite agenzia interinale aveva il senso proprio di sollecitare la soluzione di alcuni problemi legati alla reale parità di tutele tra lavoratori in somministrazione e lavoratori direttamente dipendenti delle aziende utilizzatrici. Ad esempio sul trattamento di maternità, sottolineando con forza l’opportunità di affidare al confronto fra Governo e Parti sociali tutte le questioni relative alla regolazione del vincolo causale. Invece, secondo quel che si apprende, il decreto, non ancora pubblicato, conterebbe determinazioni proprio in materia di causali – con particolare riferimento alla loro rimozione per il collocamento in somministrazione di soggetti svantaggiati e di lavoratori posti in cassa integrazione guadagni”.
“Nell’interesse delle migliaia di lavoratori che si trovano in queste condizioni- concludono i senatori-, ricordiamo al Ministro l’importanza dell’affidamento alle sedi negoziali per trovare il giusto punto di equilibrio, e la necessità di un rapporto trasparente e leale tra Parlamento e Governo, in particolare su questioni di tale delicatezza politica e sociale”
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