Piano Opere pubbliche provinciali: balle colossali per Zardini e Bonfante

tratto www.verona-in.it

 

Il presidente Giovanni Miozzi e il vicepresidente Fabio Venturi questa mattina hanno esposto gli interventi prioritari che rientrano nel Piano Provinciale delle Opere Pubbliche, illustrando la tempistica di esecuzione dei lavori.

In serata la replica delle opposizioni: «Se Lega e Pdl hanno fatto presto a mettersi d’accordo sul Piano delle Opere Pubbliche 2013-2015 il motivo è molto semplice: non hanno un centesimo da destinare al territorio, la loro è pura e bieca propaganda che va di nuovo a prendere per i fondelli i cittadini veronesi. Leggere, per credere, la delibera di giunta 235/2012: per il 2013 non c’è stanziata una sola lira per nuove opere mentre a fatica si porteranno avanti quelle già in corso. Insomma, non c’è poi tanto da discutere: zero soldi, zero opere». Così Diego Zardini, capogruppo Pd in Provincia replica agli annunci del presidente Miozzi e del vicepresidente Venturi sul programma triennale delle opere pubbliche 2013-2015.

Sui sempre presunti accordi con Veneto Strade interviene invece il vicepresidente del Consiglio regionale veneto Franco Bonfante: «Anche qui siamo stanchi dei continui annunci: è dal 2007 che si danno per imminenti lavori su opere prioritarie, ma non si dice mai con chiarezza di quali opere si tratta e quando prenderanno effettivamente avvio i lavori, col risultato che da anni vengono lasciate tutte sul tavolo».

 

http://www.verona-in.it/2012/10/24/piano-opere-pubbliche-provinciali-balli-colossale-per-zardini-e-bonfante/


Catullo, “Chiarezza sulla mala-gestione”

Chiarezza sulla mala-gestione, prospettive del Piano aeroporti: La maggioranza continua a nascondere la testa sotto alla sabbia.

La politica non può lasciare alla sola magistratura (che legittimamente e doverosamente fa il suo dovere) il compito di fare chiarezza sulla gestione dell’aeroporto. I soci pubblici del Catullo hanno il dovere morale e politico di fornire tutte le forze e ai cittadini i chiarimenti necessario sui numerosi nodi che hanno portato la gestione del nostro scalo sull’orlo del fallimento.

Da tempo l’opposizione chiede che vengano convocati in audizioni separate, in Comune in Provincia, i vertici del Catullo, ma le rispettive maggioranze proseguono in un incomprensibile e vergognoso “catenaccio” impedendo di fatto ogni chiarimento. Le commissioni consiliari sono anche il luogo istituzionale dove discutere le implicazioni del nuovo Piano nazionale aeroporti.

Vista l’incapacità politica degli esecutivi di dare risposte su temi essenziali per il nostro territorio è doveroso che, a questo punto, la parola passi agli organi consiliari. Tosi e Miozzi non possono continuare a nascondere la testa sotto alla sabbia.

 

Michele Bertucco, capogruppo Pd in Comune di Verona


Sicurezza: la Lega ha fallito

La sicurezza è diritto di libertà. Tosi e la Lega hanno fallito.
A Verona sono aumentati i reati con una media che addirittura supera la città di Napoli.
Ecco i peggiori risultati delle politiche del Ministro Maroni sulla sicurezza.
I tagli per circa 4 miliardi di euro alle Polizie da parte del Governo Berlusconi si fanno sentire con tutta la loro drammaticità a Verona.
L’incremento dei reati è la chiara conseguenza del disastro maroniano al Ministero dell’Interno.
D’altronde cosa potevamo attenderci? Da anni nella nostra Questura le auto di servizio sono poche e vecchie, la carta e anche i giubbotti antiproiettili vengono offerti da privati.
Per non parlare degli organici. Non rappresentano il territorio e gli effettivi sono ancora
di meno di quanti ne sarebbero previsti. Tra gli operatori della sicurezza c’è demotivazione per i problemi che non vengono risolti da anni e che incidono prim’ancora sulla sicurezza personale dei ragazzi che ci tutelano.

Quale ruolo hanno il Presidente della Provincia e il Sindaco che siedono nel Comitato Provinciale per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica?
Tosi, oltre alle telecamere e alle sue improbabili proposte di legge puntualmente cancellate e propagandate solo grazie alla presenza del ministro leghista e all’accondiscendenza locale, è stato in grado di migliorare la situazione? Vi ricordate la scemenza delle ronde padane?

Con Maroni al Ministero, Verona avrebbe dovuto godere di maggiori attenzioni. E invece?
I dati sulla criminalità sono la prova del fallimento di quei due leghisti.
A Verona manca la politica nelle dinamiche sulla sicurezza. Tutto è lasciato all’improvvisazione. Quello che fa comodo al Tosi di turno viene esposto come risolutivo.

E intanto, in città il poliziotto di quartiere è uno sconosciuto. Ne parliamo?
Tosi ponga al Prefetto i problemi veri: strutture, dotazioni, formazione, organici e lasci perdere la propaganda. Tanto, a distanza di tempo la verità viene sempre a galla.

Inoltre, va detto che il suppletivo ed emergenziale impiego dell’esercito nel pattugliamento urbano non solo non dà frutti, ma è risultato nei fatti controproducente: distoglie con costi elevatissimi molto personale di pubblica sicurezza – che potrebbe invece essere impiegato sul territorio – al seguito dei nostri militari.

Occorre favorire la capacità di analisi strategica e di cooperazione operativa, migliorare la formazione degli operatori della sicurezza, affrontare le carenze organiche.

Alla luce di quanto emerso sarebbe opportuno un confronto largo. Lasciare a Tosi la questione sicurezza porta a questi risultati che non possiamo certo accettare.

Quindi, va riesaminato e attualizzato il Patto per la Sicurezza in vigore, soprattutto su quello che Tosi non ha fatto: fruibilità degli spazi, riqualificazione degli spazi pubblici degradati – la ZAI è preda di prostitute, sbandati ed emarginati – illuminazione, disagio sociale.

La situazione causata dai tagli è aggravata poi dai compiti amministrativi che anziché essere svolti da personale civile, gravano direttamente sul personale di polizia, togliendo uomini dalla strada.

Non meravigliamoci dei risultati, sono le conseguenze della sola e vuota propaganda leghista.


Agsm-Amia, senza una strategia

Agsm-Amia alla conquista del mondo. Ma partono in ritardo, senza una strategia e con tanta zavorra.
A parte la propaganda e le chiacchiere estive di questo e quell’assessore, gli unici obbiettivi scritti e dichiarati dell’aggregazione Agsm-Amia parlano della possibilità, per Agsm, di espandersi all’interno del mercato provinciale sfruttando la più capillare presenza di Amia sul territorio.

Oggi però veniamo a sapere che l’amministrazione e il presidente leghista di Agsm Paternoster sono pronti a partire alla conquista del mondo con un aggregazione che più che una corazzata assomiglia ad un carrozzone: tre consigli di amministrazione (se confermata l’ipotesi di farne un altro per la holding), due direttori generali, doppio sistema di fatturazione, doppioni in tutti gli uffici e i servizi, rappresentano infatti una rilevantissima zavorra.

Il vero colpo l’hanno già fatto padovani e triestini di Acegas e Aps che aggregandosi con Hera (186 comuni azionisti tra cui Bologna e Modena) hanno dato vita al secondo gruppo nazionale dopo A2Am, con un valore della produzione di 4,5 miliardi, Ebitda di 750 milioni (contro i 100, a regime, di Agsm-Amia) e utile netto di 140 milioni. Sicuramente in grado di dire la sua sui mercati europei.

L’attenzione di Verona per il territorio metropolitano e alle sinergie con i territori limitrofi arriva invece con notevole e colpevole ritardo. Dell’amministrazione Tosi è la responsabilità di avere sospeso per anni ogni ipotesi sulle alleanze tra multiutility nordestine e chiuso dentro a un cassetto il progetto di fare di Verona un vasto e influente territorio metropolitano in grado di interagire con Vicenza, Mantova e Trento per quanto riguarda logistica, turismo, trasporti e valorizzazione delle produzioni locali. Ora la si ritira fuori in modo strumentale, più per cercare di nascondere le mancanze che per convinzione. Intanto abbiamo perso altro tempo prezioso in un periodo di forte crisi.

 

Michele Bertucco


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