Appello agli studenti – 1 dicembre 1943
Domani sarà la Giornata della Memoria. Per tale occasione riportiamo il testo di un discorso, datato 1 dicembre 1943, che il Rettore dell’Università di Padova ha rivolto agli studenti. Un grazie a Nora Cinquetti per averci fornito questo scritto.
APPELLO AGLI STUDENTI
DEL RETTORE DELL’UNIVERSITA’ DI PADOVA
Studenti dell’università di Padova! Sono rimasto a capo della vostra Università finché speravo di mantenerla immune dall’offesa fascista e dalla minaccia germanica, finché speravo di difendervi da servitù politiche e militari, di proteggere con la mia fede, pubblicamente professata, la vostra fede costretta al silenzio e al segreto. Tale proposito mi ha fatto resistere contro il malessere che sempre più mi invadeva nel restare ad un posto che, ai lontani e agli estranei, poteva apparire di pacifica convivenza mentre era posto di ininterrotto combattimento. Oggi il dovere mi chiama altrove. Oggi non è più possibile sperare che l’Università resti asilo indisturbato di libere coscienze operose mentre lo straniero preme alle porte dei nostri Istituti e l’ordine di un governo che per la defezione di un vecchio complice ardisce chiamarsi repubblicano, vorrebbe convertire la gioventù universitaria in una milizia di mercenari e di sgherri massacratori. Nel giorno inaugurale dell’anno accademico avete veduto un manipolo di questi sciagurati violatori dell’aula magna travolti sotto l’immensa ondata del vostro irrefrenabile sdegno, ed io, giovani studenti ho atteso questo giorno in cui avreste riconsacrato il vostro tempio da più di vent’anni profanato, e benedico il destino di avermi dato la Gioia di una così solenne comunione con l’animo vostro. Ma quelli che per un ventennio hanno vilipeso ogni onorevole cosa e mentito e calunniato, hanno tramutato in vanteria la disfatta, e nei loro annunci mendaci hanno soffocato il vostro grido e si sono appropriati della mia parola.
Studenti: non posso lasciare l’ufficio di Rettore dell’università di Padova senza rivolgervi un altro appello. Una generazione di uomini ha distrutto la vostra giovinezza e la vostra Patria, vi ha gettato tra cumuli di rovine; voi dovete tra quelle rovine, portare la luce di una fede per ricomporre la giovinezza e la Patria. Traditi dalla frode, dalla violenza, dall’ignavia, dalla servilità criminosa voi, insieme con la gioventù operaia e contadina dovete rifare la storia dell’Italia e costruire il popolo italiano. Non cercate nella memoria e nei nascondigli del passato i soli responsabili di episodi delittuosi: dietro ai sicari c’è tutta una moltitudine che quei delitti ha voluto e ha coperto con il silenzio e la codarda rassegnazione; c’è tutta la classe dirigente italiana sospinta dalla inettitudine e dalla colpa verso la sua totale rovina.
Studenti, mi allontano da voi con la speranza di ritornare maestro e compagno dopo la fraternità di una lotta assieme combattuta. Per la fede che vi illumina, per lo sdegno che vi accende, non lasciate che l’oppressore disponga ancora della vostra vita, fate risorgere i vostri battaglioni, liberate l’Italia dalla servitù e dalla ignominia, aggiungendo al labaro della vostra Università, la gloria di una nuova più grande decorazione in questa battaglia suprema per la Giustizia e la pace del mondo.
Padova,1 dicembre 1943 IL RETTORE
Concetto Marchesi
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