Europa: quali opportunità?

Sabato 16 novembre alle 10,45 in Sala Consiliare a Sona si terrà un dibattito pubblico dal titolo “Europa: quali opportunità?”, organizzato dal Circolo PD di Sona. Ospite di punta sarà l’on. Franco Frigo, europarlamentare del Partito Democratico, che tratterà le tematiche di maggiore attualità nell’ambito dell’azione dell’Unione Europea.

EuropaParteciperanno al dibattito tre giovani membri del nuovo Direttivo del circolo sonese, i quali esporranno le loro esperienze all’estero. Alice Brugnoli, dottoressa in Politica Internazionale e Diplomazia, che ha da poco concluso un’esperienza di stage presso lo European Desk della Camera di Commercio Belgo-Italiana; Letizia Zanetti, dottoressa in Biotecnologie Agro-Industriali e dottoranda di Internazionalizzazione in Biotecnologie Molecolari Industriali ed Ambientali presso l’Università degli Studi di Verona, che ha svolto un periodo di ricerca di un anno su processi innovativi di digestione anaerobica da residui organici presso l’Università di Santiago de Compostela per l’azione integrata Italia-Spagna finanziata dal MIUR; infine Daniele Giacomazzi, praticante avvocato, dottore in Scienze Giuridiche Europee e Transnazionali e referente della ONG ‘Ndem, associazione di autosviluppo nel Deserto del Sahel (Senegal).

Il sindaco Gianluigi Mazzi porterà il saluto dell’amministrazione di Sona e anche il consigliere Enrico Cordioli, capogruppo del PD e della lista civica Nuove Prospettive in Consiglio Comunale, farà un breve intervento di benvenuto. L’incontro sarà introdotto e moderato da Lucia Corona Piu, neo-segretaria del Circolo di Sona, eletta al recentissimo congresso tenutosi il 29 ottobre u.s.

L’evento vuole essere un necessario momento di confronto per capire come anche i territori locali abbiano un ruolo fondamentale nella grande famiglia europea: si evidenzierà come l’Europa debba essere vista come luogo dell’opportunità e della crescita, a partire da un utilizzo più efficace dei finanziamenti europei fino alla promozione della mobilità professionale e alla libera circolazione della conoscenza.

Al termine del dibattito sarà offerto un aperitivo.

Ingresso libero e aperto a tutta la cittadinanza.


Nuove cariche per il PD di Sona

Per il Partito Democratico è tempo di congresso. Non solo a livello nazionale, ma anche provinciale e locale.
Anche per il Circolo di Sona è giunto il momento di rinnovare le cariche e martedì 29 ottobre si è svolto il Congresso, durante il quale sono stati eletti il nuovo segretario e i nuovi membri del direttivo.DSC_6405
L’onore e l’onere di guidare il PD di Sona per i prossimi anni spetterà a Lucia Corona Piu, di San Giorgio in Salici, che va a prendere il posto del coordinatore uscente Mirko Ambrosi.
Ecco le prime dichiarazioni a caldo della neoeletta: << Sono felice perché stiamo dando un nuovo corso al PD di Sona: superando le normali divergenze di vedute e le differenze di esperienza, abbiamo creato una bella squadra, che lavorerà in modo attivo e propositivo per dare al nostro partito una forma aperta e inclusiva. L’obiettivo è la partecipazione, vogliamo che le persone si sentano coinvolte, oltre che ascoltate, che provino il gusto del proporre idee e realizzare progetti. Vogliamo che si sentano utili, valorizzate, responsabilizzate. La linea politica e programmatica verterà sui temi di maggiore interesse della comunità, come esposti nel programma che abbiamo presentato alle ultime elezioni amministrative: ci occuperemo delle questioni sociali e politiche che costituiscono il sistema valoriale del Partito Democratico e di tutte quelle problematiche che è necessario affrontare per rendere migliore il posto in cui viviamo.>>
Il neo-direttivo del Circolo di Sona sarà composto da altri 14 membri: Alessandra Taddei, Alice Brugnoli, Alice Maccacaro, Antonella Tortella, Cecilia Zanetti, Daniele Giacomazzi, Denis Bighelli, Fabio Bertolaso, Giovanni Forlin, Letizia Zanetti, Lorena Ambrosi, Mirko Ambrosi, Nicola Prandini, Pepe Gasparini.
Nei prossimi giorni presenteremo in maniera più dettagliata sia il segretario che i membri del direttivo.
A tutti loro un buon lavoro, un ringraziamento per la disponibilità ma anche l’augurio di rendere il PD di Sona uno degli interpreti principali della politica sonese.

(nella foto, Lucia Corona Piu)


Ca’ di Capri: nessun vincitore, solo sconfitti

Trascorsi alcuni giorni, scemate le polemiche sulla questione Ca’ di Capri, riprendiamo per un attimo il discorso per una breve riflessione.
Il Consiglio Comunale, dopo una lunga e discussa seduta, si è espresso all’unanimità per il NO al progetto presentato dalla ditta Rotamfer, mentre la Commissione Regionale VIA ha dato parere favorevole a questo progetto, con il solo voto contrario del rappresentante del Comune di Sona.
La partita non era vinta dopo il voto in Consiglio Comunale ed ora, dopo il parere della Commissione Regionale Via, non è completamente persa. Si tratta in entrambi i casi di posizioni e pareri non vincolanti per la Giunta Regionale, che sarà l’organo preposto ad avere l’ultima parola sulla vicenda.
La partita è ancora aperta e si sta giocando, in questo momento, nelle stanze della Regione, dove alcuni esponenti del nostro partito, come ad esempio il consigliere regionale Franco Bonfante, e di altri partiti stanno cercando di insinuare nella maggioranza della giunta il tarlo del dubbio sulla bontà di questa operazione. Vedremo se questo lavoro di diplomazia riuscirà a sortire gli effetti sperati.

Ma, inutile nascondercelo, comunque vada, gli sconfitti in questa triste vicenda al momento sono e rimarranno due: i primi, senza ombra di dubbio i più importanti, i cittadini di Sona e dei comuni limitrofi, che dopo tutti questi anni si ritrovano con un problema ancora irrisolto e che rappresenta sempre più un rischio per la propria salute. I secondi sconfitti sono Sindaco, Assessori e Consiglieri dell’attuale maggioranza, che non hanno certamente brillato per trasparenza e partecipazione. Non si può dimenticare che solo a seguito delle critiche mosse dal Comitato Cittadini e dalle minoranze consiliari l’Amministrazione ha rivisto la propria iniziale posizione di astensione per confluire sulla contrarietà al progetto di ampliamento. Aldilà del dato sostanziale (astenersi in Conferenza di Servizi equivale a prestare il proprio assenso), ciò che stona è che, in campagna elettorale, la lista PerSona al Centro si era ersa a paladina della partecipazione della collettività sulle scelte importanti.

Ecco, viene dunque da chiedersi perchè sull’affaire Cà di Capri non vi fosse più l’urgenza di informare, di partecipare. Era proprio necessario aspettare che fosse, ancora una volta, il Comitato Cittadini Ca’ di Capri a richiedere un’assemblea pubblica? Era proprio necessario portare in Consiglio Comunale l’inaccettabile proposta di astenersi, ovvero far finta di “non scegliere”, per poi di fatto avvallare la richiesta di Rotamfer?

Pesa dunque sull’Amministrazione una sconfitta politica che, affiancata agli intoppi procedurali nei lavori consiliari, denota incertezza e debolezza nell’affrontare l’arduo compito di governare il Comune.

Le occasioni per recuperare credibilità non mancheranno. Ci auguriamo, dunque, che l’entusiasmo per governare non si traduca più nella difesa del “potere per il potere”, avvalendosi maggiormente di azioni comuni, condivise e partecipate per il bene comune.

Anche a Sona AUMENTANO le TASSE, a discapito dei PIU’ POVERI

Martedì sera si è tenuto il consiglio comunale, l’argomento principale era il bilancio di previsione e le manovre da adottare per farlo “quadrare”.

A grande sorpresa l’attuale amministrazione ha deciso di tagliare le esenzioni dell’addizionale comunale abbassandole dai 15.000 euro adottati dalla vecchia amministrazione ai 10.000 euro mettendo ancora più in difficoltà le persone meno abbienti. Per di più non è stata prevista alcuna progressività e l’imposta è stata mantenuta al livello massimo consentito dello 0,8%.

Riportiamo di seguito il discorso fatto in consiglio ieri sera dal consigliere Enrico Cordioli, rappresentante del gruppo consiliare Nuove Prospettive – Partito Democratico riguardo a questa decisione.

 

La giunta alle prese con la ricerca di risparmi ha applicato una sforbiciata alle esenzioni piuttosto che ricercare altre economie al proprio interno. 

Nel dettaglio i 225 mila euro di maggior introito che ha previsto l’amministrazione per l’abbassamento della soglia di esenzione dell’addizionale comunale come sono stati determinati??? Che metodologia per la profilazione delle famiglie colpite dalla riduzione dell’esenzione addizionale Irpef è stata utilizzata??? E’ importante capirlo in particolar modo in questo momento di crisi diffusa.

Caro assessore Bianco e caro Sindaco questa scelta che adesso vi vede amministrare il Comune non me la sarei aspettata visto che entrambi, specie tu Gianmichele quando eravate in minoranza avevate criticato l’aumento dell’addizionale dallo 0,4% allo 0,8%.  E poi non si può dire caro assessore Forante che ci siamo uniformati ad altri comuni del nostro circondario Valeggio sul Mincio e Castel d’Azzano prendendo come esempio quelli che ci fanno più comodo perché ci sono altri Comuni a noi vicini che comunque questa scelta non l’hanno fatta.

Mi rivolgo poi, al vicesindaco Caltagirone con delega al bilancio che è anche assessore al sociale e quindi mi riferisco a questa dicotomia, partendo dal presupposto sul quale tutti converrete cari consiglieri che una persona che guadagna 10 mila euro può considerarsi alle soglie della povertà, da una parte andiamo a colpire abbassando l’esenzione i soggetti più deboli (anziani, disabili, non autosufficienti) scelta quindi fatta da chi elabora il bilancio (si parla di politiche di bilancio infatti) e dall’altra saranno gli stessi soggetti che busseranno alla porta dell’assessore al sociale per chiedere aiuto e sostegno. 

Tra gli obiettivi che dovrebbe avere una giunta e in particolare l’assessore al sociale  vi è quello di “favorire i soggetti autenticamente bisognosi” ma lo so diventa difficile questo ruolo quando si devono anche tener sotto controllo i costi e quindi il bilancio.

Ecco dopo tutta questa relazione ribadisco che secondo me questa è una scelta sbagliata e che quindi avrà il mio voto contrario.

In Italia e anche nel nostro Comune alcune importanti trasformazioni sociali ed economiche hanno iniziato a generare nuovi rischi e bisogni che hanno contribuito a rendere più manifesti, i limiti e le criticità del nostro sistema di welfare. In generale, fenomeni quali la de-industrializzazione, la terziarizzazione dell’occupazione e la diffusione del lavoro atipico hanno reso più dannosa l’assenza di uno schema di reddito minimo garantito contro la povertà, volto ad assicurare un minimo di risorse alle famiglie.

Allo stesso modo, la diminuzione delle dimensioni medie dei nuclei familiari, la crescita della partecipazione femminile al mercato del lavoro e l’invecchiamento della popolazione hanno minato l’adeguatezza della famiglia nel ruolo ad essa attribuito all’interno del sistema di protezione sociale italiano di agenzia primaria di welfare e al contempo reso più urgente un intervento di riconfigurazione del sistema di protezione sociale. Infatti, se nei decenni precedenti l’impostazione tradizionale e la solidità delle reti familiari e di comunità avevano permesso di ovviare alla mancanza di diritti di fondamentali per i cittadini, l’indebolirsi delle reti primarie insieme all’acuirsi dei bisogni rendono – oggi e in futuro – particolarmente grave sia la mancanza di politiche inclusive di assistenza economica sia la scarsa disponibilità di servizi di cura. Va notato poi che l’assenza di risposte ai bisogni emergenti non ha effetti negativi solo per chi si trova in condizioni di difficoltà ma anche per l’intero comune. Il mancato adattamento al nuovo scenario ha infatti portato le famiglie a mettere in atto strategie informali di risposta alla configurazione di vincoli e opportunità con cui si confrontano, principalmente attraverso una bassa partecipazione femminile al mercato del lavoro, un ritardo nella costituzione di nuovi nuclei familiari, una modificazione delle scelte procreative. Tali soluzioni a livello micro concorrono così a generare sul piano economico e sociale alcune conseguenze  negative a livello macro, tra cui in particolare una crescita economica più contenuta, una maggiore diffusione del rischio povertà, un rapido invecchiamento demografico, una scarsa mobilità sociale ed un’ampia ereditarietà dello svantaggio. Tali dinamiche meriterebbero di essere considerate in modo più attento nel dibattito sui costi e i benefici della modifica che intendete fare di esenzione. Le avete considerate?????”


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