Stop al femminicidio

da www.pdverona.it

 

Stop al femminicidio: io ci metto la faccia

La Conferenza Donne Democratiche di Verona aderisce alla campagna di sensibilizzazione sul tema del femminicidio promossa dalla Rete degli Studenti Medi del Veneto, Studenti Per UDU Padova, UDU Venezia e UDU Verona. Per farlo è sufficiente inviare alla Rete una propria foto accompagnata dallo slogan “stop femminicidio: #iocimettolafaccia”. Per poi diffondere e mantenere alta l’attenzione.

Il termine femminicidio non nasce per caso, né perché mediaticamente d’impatto nè tantomeno per ansia di precisione.

Oggi sembra quasi una banalità ripetere i dati dell’OMS: la prima causa di uccisione nel Mondo delle donne tra i 16 e i 44 anni è l’omicidio (da parte di persone conosciute). Negli anni Novanta il dato non era noto, e quando alcune criminologhe femministe verificarono questa triste realtà, decisero di “nominarla”. Fu una scelta politica: la categoria criminologica del femmicidio introduceva un’ottica di genere nello studio di crimini “neutri” e consentiva di rendere visibile il fenomeno, spiegarlo, potenziare l’efficacia delle risposte punitive.
Dietro questa parola c’è una storia lunga più di venti anni, una storia in cui le protagoniste sono le donne.

Il termine “femicide” (in italiano “femmicidio” o “femicidio”) nacque per indicare gli omicidi della donna “in quanto donna”, ovvero gli omicidi basati sul genere, ovvero la maggior parte degli omicidi di donne e bambine. Non stiamo parlando soltanto degli omicidi di donne commessi da parte di partner o ex partner, stiamo parlando anche delle ragazze uccise dai padri perché rifiutano il matrimonio che viene loro imposto o il controllo ossessivo sulle loro vite, sulle loro scelte sessuali, e stiamo parlando pure delle donne uccise dall’AIDS, contratto dai partner sieropositivi che per anni hanno intrattenuto con loro rapporti non protetti tacendo la propria sieropositività, delle prostitute contagiate di AIDS o ammazzate dai clienti, delle giovani uccise perché lesbiche.

Anche l’Unione Europea ha riconosciuto che il femminicidio riguarda tutti gli Stati del mondo, non solo quelli latinoamericani. L’attuale situazione politica ed economica dell’Italia non puo’ essere utilizzata come giustificazione per la diminuzione di attenzione e risorse dedicate alla lotta contro tutte le manifestazioni della violenza su donne e bambine in questo Paese.

Un triste primato che porta le Nazioni Unite a parlare di femminicidio per l’Italia: rimane costante è la violenza in generale esercitata dagli uomini sulle donne.
Secondo l’Istat infatti una donna su tre, tra i 16 e i 70 anni è stata colpita, nell’arco della propria vita, dall’aggressività di un uomo, e nel 63% dei casi alla violenza hanno assistito i figli. Le donne più colpite sono quelle comprese nella fascia 16-24 anni.

Le vittime sono considerate oggetti di proprietà e nel momento in cui cercano di spezzare questo legame, scatta la furia.
Intanto nel nostro Paese sono cento le donne vittime di femminicidio nel 2012, e chissà quante di cui non conosciamo i nomi.

Per quanto ancora l’Italia permetterà tutto questo?
Chiediamo e vogliamo vivere in una società che tuteli i diritti di tutti e non permetta più di lesionare la dignità altrui.

Stefania Bozzi – Portavoce Donne democratiche di Verona

 

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Un ringraziamento

Come Circolo PD di Sona vogliamo ringraziare tutti coloro che hanno partecipato all’assemblea che abbiamo organizzato giovedì scorso, 31 gennaio, presso le scuole medie di Lugagnano.

Un ringraziamento all’on. Dal Moro, oltre che per la competenza anche per la disponibilità che ha sempre dimostrato nei nostri confronti. Un ringraziamento ai relatori – Michele Corso segretario provinciale della CGIL di Verona, Ferdinando Marchi direttore della Confederazione Nazionale Artigiani di Verona, Claudio Bolcato Vicepresidente dell’Azione Cattolica di Verona e Maurizio Bernardi Sindaco di Castelnuovo del Garda – che con la loro presenza hanno contribuito ad elevare il livello della discussione e ad affrontare le varie problematiche che le categorie che rappresentano si trovano a fronteggiare quotidianamente.

Un ringraziamento anche all’amico Alfredo Forlin per aver moderato la serata.

Ed, ovviamente, un sentito grazie a tutti i 75 cittadini che hanno scelto di uscire di casa per assistere al dibattito, in un momento storico in cui l’antipolitica la fa da padrona e dove è sempre più difficile trovare le motivazioni per partecipare ad una assemblea politica.

Grazie ancora.

 

Il Circolo di Sona del Partito Democratico


Parco Fotovoltaico in zona Grande Mela

(comunicato apparso sul numero di dicembre della rivista “Il Baco da Seta”)

 

Siamo ovviamente favorevoli all’utilizzo di energie alternative e ben vengano tutti gli impianti o le installazioni che possono aumentarne la produzione.
Eravamo e siamo però contrari ad un impianto di queste dimensioni, come testimonia il voto negativo che i tre consiglieri comunali de L’Incontro, lista che sosteniamo, hanno espresso in sede di Consiglio Comunale.
Un progetto del genere oltre a rovinare quello che resta della bellezza delle nostre colline, già vittime in questi decenni di politiche residenziali di espansione, porterà a deturpare ulteriormente una zona già disastrata da costruzioni industriali. Senza dimenticare il consumo di una notevole fetta di terreno agricolo,  quindi bene ha fatto il Comune di Sona ad opporsi alla decisione della Regione Veneto.
E’ però indubbio che questa decisione rappresenta una sconfitta per noi ma soprattutto per il Sindaco di Sona che non ha saputo far valere a Venezia, dove chi comanda ha la casacca del suo stesso colore, la propria volontà. Dov’era finita l’importanza di avere istituzioni a livello provinciale e regionale delle stesso colore, tanto decantata nella campagna elettorale del 2008? Tanto per non dimenticare anche Ca’ di Capri.
Detto questo, permetteteci una nota polemica. Non riusciamo a capire perché il Sindaco si ostini tanto su bloccare un’opera che deturperà il nostro territorio in maniera sì significativa ma per un periodo di “soli” venticinque o trent’anni mentre si è approvato senza battere ciglio un ampliamento della lottizzazione Panorama che andrà a deturpare in maniera definitiva la collina di Sona. Forse perché dal parco fotovoltaico il Comune di Sona non avrebbe percepito introiti?

Circolo PD di Sona


Una precisazione

In seguito all’articolo apparso su L’Arena giovedì 3 gennaio a firma di Federica Valbusa, il cui testo è presente anche sul nostro sito al seguente link, è doverosa una precisazione.

Premetto che nelle righe che seguono non vi è alcuna nota polemica o critica nei confronti della giornalista, si è trattata di una conversazione/intervista telefonica nella quale si sono dette molte cose, e che ovviamente per motivi di impaginazione sono state condensate in poche righe.  Quello che la giornalista riporta è stato esattamente quello che il sottoscritto ha detto, parlando però in generale, sulle strategie che i vari partiti o liste civiche potrebbero mettere in atto ora che è stata ufficializzata la votazione con il doppio turno. Ho anche aggiunto, però, che il PD non cercherà alleanze in caso di ballottaggio, sia dovessimo essere noi a concorrere sia che dovessimo rimanere fuori.

Dovessimo accedere al ballottaggio, cercheremo di ottenere il consenso delle altre parti ma certamente non promettendo poltrone o incarichi, bensì cercando di accogliere alcuni punti dei loro programmi elettorali se questi coincideranno o non saranno in contrasto con il nostro. Nel caso in cui, invece, dovessimo rimanere fuori dalla corsa a due, consiglieremo i nostri elettori di votare per quel candidato sindaco che avrà recepito alcuni dei nostri punti del programma. Ma anche su questo ci sono dei limiti legati alle persone.

Mirko Ambrosi – coordinatore del Circolo di Sona del Partito Democratico


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