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PD Sona, Autore a PD Sona - Pagina 83 di 144

Basterebbe chiudere la porta…

In un articolo apparso su L’Arena di domenica 1 aprile, a firma di Emanuele Zanini, si è parlato del recente furto di profili in rame avvenuto nel cimitero di Palazzolo. Il giornalista riporta gli interventi dell’assessore Ernesto Vantini e del consigliere di maggioranza Mario Boninsegna i quali, per porre rimedio al problema, ipotizzano l’utilizzo di copertine in plastica. Proposta condivisibile ma che lascia l’amaro in bocca: l’idea che abbiamo è quella di un pastore che per recuperare la pecora appena scappata la rincorre dimenticando il cancello aperto e permettendo anche alle altre di fuggire.

Basterebbe fare un giro nei pressi del cimitero, magari in orario di chiusura, come abbiamo fatto noi e come hanno fatto alcuni cittadini che come noi evidenziano quella che è la vera problematica: la parte nuova del cimitero non solo può contare su un recinto tutt’altro che invalicabile, facilmente scavalcabile, ma il cancello che dovrebbe delimitarne l’accesso si presenta sempre aperto o quasi (o almeno lo era alle ore 21,30 nelle tre sere in cui siamo passati a verificare, negli ultimi 7 giorni) consentendo praticamente a chiunque di entrare nell’ala nuova, volendo addirittura con un furgone.

La prima cosa da fare, e che sono anni che dovrebbe essere fatta, non è quella di mettere nuovi profili ma quella di chiudere il cimitero, magari sostituendo il cancello con qualcosa di più solido ed alzando il recinto.

Tante volte, per non far entrare i ladri, basterebbe chiudere la porta…


La famiglia del sindaco

http://inchieste.repubblica.it/it/repubblica/rep-it/2012/04/05/news/dal_piemonte_al_veneto_gli_affari_di_famiglia-32798992/

Verona, la politica degli affetti

– Un dossier presentato dal segretario provinciale del Sel di Verona, Giorgio Gabanizza, denuncia una serie di clientele a favore di esponenti leghisti della zona: “La sorella del sindaco di Sona e assessore provinciale Gualtiero Mazzi, ha trovato lavoro in una controllata di Amia, la Serit, mentre la moglie è in Amia; in Amt la sorella dell’assessore regionale Luca Coletto; la figlia del segretario organizzativo della Lega nord, Giannino Castagna, si è sistemata in Amia; il fratello del vicesindaco di San Giovanni Lupatoto e consigliere provinciale, Giuseppe Stoppato, è in una controllata di Amia, la Transeco; il compagno del già sottosegretario Francesca Martini in Acque Veronesi; il nipote di Giampaolo Sardos Albertini, esponente della Lista Tosi, assunto in Amia e infine la moglie di Flavio Tosi promossa da impiegata a dirigente in Regione». Bertucco sottolinea: “È la politica degli affetti. In alcuni casi non si tratta di reati ma di mancanza di decenza morale”.



Fondo ODI: Brancher non è l’uomo giusto

Fondo ODI: Brancher non è l’uomo giusto, le istituzioni riprendano il controllo della situazione.

Tra pochi giorni scadono i termini del nuovo bando per la distribuzione dei fondi ODI ai comuni di confine (a cui accedono anche i confinanti dei confinanti), ma ancora non è dato sapere quali progetti siano stati ammessi al primo bando, risalente a due anni fa. Ritardi e inefficienze che evidenziamo come Aldo Brancher non sia l’uomo giusto per sovrintendere a queste funzioni.

Ad una gestione del fondo che avrebbe bisogno di maggiore dinamicità e trasparenza, ora si aggiunge anche il sospetto di malversazioni e di manovre sospette di denaro sempre nell’ambito di attività rivolte alla promozione del territorio.

La montagna veronese ha bisogno di efficienza, rapidità e trasparenza per il suo rilancio. Per questo è necessario che Brancher si faccia da parte e che le istituzioni a partire dai Comuni interessati e dalla Provincia di Verona riprendano in mano la situazione avviando un serio confronto con la Regione Veneto attraverso il quale ridefinire ruolo e modalità dei finanziamenti del Fondo ODI, così come degli altri organismi che saranno sempre più centrali nelle politiche montane, ovvero il BIMA ed il GAL Baldo-Lessinia.
Diego Zardini, capogruppo Pd in Provincia di Verona


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