Il mio piano per rifondare la scuola

Lettera di Pier Luigi Bersani a La Repubblica
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Caro Direttore, in questi giorni si parla molto di fisco ma troppo poco di lavoro, sanità, scuola. Se saremo chiamati a governare, restituire all`istruzione le risorse, la stabilità e la fiducia sarà il cuore del programma.
E, naturalmente, con occupazione e moralità. Dico questo nella consapevolezza che le ricette economiche non bastano a uscire dalla crisi: per fermare il declino è necessario rilanciare la formazione. In Europa, il nostro è uno dei Paesi con meno laureati, dove si legge di meno e si abbandona più precocemente la scuola. Questo incide nello sviluppo economico, sociale e culturale. Se dunque c`è un settore ìn favore del quale è giusto che altri ambiti della spesa statale rinuncino a qualcosa, quello è la formazione dei giovani. Dovremo investire in istruzione e diritto allo studio larga parte delle risorse rese disponibili dalla lotta all`evasione fiscale e alla corruzione, per riportare gradualmente l`investimento al livello medio dell`Ocse.
Se toccherà a noi governare, ci impegniamo ad affrontare tre emergenze.
Anzitutto la sicurezza delle scuole. Il 64 per cento degli edifici non rispetta le norme. Ricordiamo le tragedie di Rivoli e di San Giuliano. Non possiamo permettere il ripetersi di simili disastri mentre i nostri figli e nipoti sono seduti in un banco. Per questo, come proponiamo da tempo, lanceremo un programma per la messa in sicurezza di ospedali e scuole, finanziato con la riduzione della spesa per armamenti e con fondi strutturali europei. Occorre liberare risorse allentando il patto di stabilità interno per gli enti locali che investono per dotarsi di ambienti di apprendimento innovativi ed ecosostenibili. Nello stesso tempo, vogliamo approvare una nostra proposta, scritta con l`associazione Libera, perché i cittadini possano destinare l’8 x mille dello Stato all`edilizia scolastica.
In secondo luogo, è insieme con gli insegnanti che vogliamo cambiare la scuola per combattere la dispersione scolastica. Per dimezzarla entro il 2020, come chiede l’Europa, servono interventi mirati. Il tasso di abbandono scolastico in Italia è al 18%, con punte del 25-30 per cento nel nel Sud e nelle periferie delle grandi città. La media europea è del 13% e andrà ridotta al 10 per il 2020. Come sanno gli insegnanti, sono soprattutto i pre-adolescenti e gli adolescenti che lasciano la scuola, già alle medie o nei primi anni delle superiori, in particolare negli istituti tecnici e professionali. Se ne vanno non perché siano meno bravi o intelligenti, ma perché in quell`età una scelta immatura di indirizzo scolastico può essere fatale. Molti non ce la fanno perché l`ambiente sociale e familiare di provenienza è disagiato, con povertà materiali e culturali che rendono difficile l`inserimento scolastico. In questo modo la scuola rischia di essere lo specchio di una società ingiusta, invece di un “ascensore sociale”. Il giusto riconoscimento del merito deve essere accompagnato dalla valorizzazione delle opportunità che ciascuno ha di accedere alla formazione, altrimenti diventa solo la certificazione di un privilegio di nascita o di censo.
Se toccherà a noi, ci impegneremo per affrontare questa situazione: formazione offerta ai docenti in servizio per innovare la didattica, nuove tecnologie, scuole aperte tutto il giorno, rilancio della formazione tecnica e professionale, necessaria anche per sostenere il Made in Italy e contrastare la disoccupazione giovanile.
Infine serve un nuovo sistema di formazione e reclutamento degli insegnanti. Dagli anni Ottanta, sono state approvate continue riforme, con una stratificazione di diritti, spesso lesi, e sistemi ingarbugliati di punteggio che hanno alimentato sfruttamento e frustrazione professionale, precarietà di vita degli insegnanti e precarietà dell`apprendere.
Migliaia di studenti ogni anno salutano maestri e professori a giugno nella certezza di non ritrovarli a settembre. Quello che serve è un nuovo piano pluriennale di esaurimento In secondo luogo, è insieme con gli insegnanti che vogliamo cambiare la scuola per combattere la dispersione scolastica. Per dimezzarla entro il 2020, come chiede l`Europa, servono interventi mirati.
Il tasso di abbandono scolastico in Italia è al 18 per cento, con punte del 25-30 per cento nel Sud e nelle periferie delle grandi città. La media europea è del 13 per cento e andrà ridotta al 10 per il 2020: Come sanno gli insegnanti, sono soprattutto i preadolescenti e gli adolescenti che lasciano la scuola, delle graduatorie per eliminare la precarietà dalla scuola e offrire la continuità didattica agli studenti. Bisogna definire un sistema che leghi la formazione iniziale al reclutamento e sappia selezionare i migliori laureati per accedere alla professione di insegnante attraverso numeri programmati per dare una dotazione di personale stabile a ogni istituto.
In conclusione, vorrei che la scuola accompagnasse il cambiamento che ho in mente per l`Italia. Molti ricordano con affetto e riconoscenza almeno un insegnante che gli ha trasmesso uno spunto per mettersi in cammino col passo giusto. Nessun`altra figura incide così in profondità nel patrimonio morale di una nazione. Deve tenerlo presente chi coltiva ambizioni per il futuro italiano, perché non si riforma la scuola se non si ha un grande progetto di ricostruzione civica del Paese.
Non smarrirò questa consapevolezza se toccherà ai democratici e ai progressisti governare l`Italia.



Flash mob “Basta alla violenza sulle donne”

da www.pdverona.it

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ONE BILLION RISING è l’invito a un’azione mondiale e non violenta per dire, anche nel giorno degli innamorati, il nostro basta alla violenza sulle donne.

A VERONA ci troveremo in PIAZZA BRA il 14 febbraio, alle  16.30 per realizzare il flash mob alle h. 17.00 in punto!

“Un miliardo di donne violate è un’atrocità, un miliardo di donne che ballano è una rivoluzione” ha detto Eve Ensler, drammaturga, coreografa e attrice americana vittima di abusi sessuali da bambina.

Iniziativa di portata mondiale nel giorno di San valentino per dire basta alla violenza contro le donne ed esprimere solidarietà alle vittime di abusi sessuali.

Più di 110 città italiane hanno risposto all’appello di Eve Ensler e alla campagna globale ONE BILLION RISING in 196 PAESI !

La Conferenza delle Donne Democratiche aderisce all’iniziativa “one bilins rising” e invita tutti a partecipare.

Sulle note della canzone “Break the chain” scritta appositamente per l’evento

Sito italiano http://obritalia.livejournal.com/

Evento su Facebook: http://www.facebook.com/events/201492966663297/

IN COSA CONSISTE IL FLASH MOB: balliamo insieme questa canzone scritta apposta per l’evento:

http://www.youtube.com/watch?v=fL5N8rSy4CU

ecco qui 2 tutorial che vi insegnano i singoli passi:

http://www.youtube.com/watch?v=mRU1xmBwUeA

http://www.youtube.com/watch?v=Fwv16dtUvYM

esercitati con gli amici, organizzati in gruppetti o da solo per fare un pò di ginnastica alla sera, balla balla, balla!

COME VESTIRSI:indossiamo qualcosa di rosso e nero, stampiamo il logo di One Billion Rising in un A4 e attacchiamocelo con una spilla sul davanti (http://onebillionrising.org/pages/one-billion-rising-logos)

COSA PUOI FARE TU fino al 14 febbraio:

– visita il sito www.onebillionrising.org per informazioni generali

– segui l’organizzazione su questa pagina Facebook e sulla pagina “senonoraquando donne verona” (chiedici l’amicizia!)

– condivi l’evento con i tuoi contatti e invitali ad attivarsi con noi!

– BALLA, BALLA E BALLA!

L’evento non appartiene ad alcuna organizzazione partitica, è un evento autogestito di portata internazionale. Per Verona hanno collaborato Comitato Se Non Ora Quando, Telefono Rosa, UDU, Rete degli studenti medi Verona.

 

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