Cooperazione Internazionale

Ettore Rosato (Deputato del partito Democratico)

L’Italia degli ultimi anni ha condotto una politica estera miope che guardava più alle conoscenze personali che alle vere sfide globali di cui l’Europa e l’Italia dovevano e potevano essere degne protagoniste. La promozione di un mondo più equo e sostenibile e l’affermazione della pace e dei diritti universali sono responsabilità di chi è chiamato a governare il Paese all’interno di processi internazionali. Siamo pienamente convinti che un pezzo insostituibile di una politica attiva e vera è il lavoro di centinaia di organizzazioni della società civile che si impegnano quotidianamente anche se in condizioni difficilissime e spesso senza un adeguato sostegno delle istituzioni

Il Partito Democratico ha accolto l’appello delle organizzazioni delle società civile e si è impegnato a riformare la legge 49 sulla cooperazione internazionale prevedendo l’istituzione del Fondo unico e dell’Agenzia. Occorre aumentare le risorse destinate alla cooperazione in modo da rispettare gli impegni internazionali sui temi della sostenibilità e dello sviluppo.

Bisogna eliminare tutti gli ostacoli burocratici e amministrativi che frenano le attività delleONG rendendo effettivamente disponibili tutti gli strumenti fiscali che sostengono il mondo della cooperazione e del volontariato (5×1000 senza massimali e una maggiore deducibilità delle donazioni).

Con Pierluigi Bersani L’Italia giusta (vedi qui le proposte PD sulla cooperazione internazionale)


“Voterò PD perché…”

“Qualcuno mi chiede perchè voterò PD. Voterò PD perchè è l’unico partito che mi ha permesso di scegliere direttamente il mio segretario nazionale, quello provinciale, il candidato premier, i candidati locali alle prossime elezioni, con uno sforzo di democrazia che altri si sognano. Voterò PD perchè ritengo che sia l’unico partito che possa rivedere la Legge 30, quella sui lavori atipici, fatta dal centro destra. Si è pensato per anni che per rilanciare l’economia si dovessero liberare le mani agli imprenditori, c’è del vero, ma questo non può avvenire a scapito dei lavoratori. Si deve tornare a considerare che, molto semplicemente, se si sta in un economia di mercato, lo scopo principale di uno Stato è di “creare consumatori” (io lavoro, ho un reddito, acquisto beni e servizi che altri producono, che quindi lavorano e hanno un reddito, che acquistano beni e servizi che altri producono…) e questi consumatori si creano solo garantendo un reddito costante attraverso forme di contratto di lavoro forti. L’unico partito che fa questo tipo di ragionamenti è il PD, per questo avrà il mio voto. Voterò PD, inoltre, perchè per la mia economia domestica, con le leggi sulle ristrutturazione edilizie e sui pannelli fotovoltaici fatte con i governi Prodi, mi ha permesso di fare a casa mia lavori che per ventimila euro stanno ritornando in questi anni nel mio portafoglio. Una nota: ogni artigiano che ha lavorato per me è stato di conseguenza “costretto” a farmi fattura; l’evasione fiscale si combatte anche così, con leggi intelligenti, non solo con i finanzieri.”

(un membro del direttivo del Circolo di Sona del Partito Democratico)



Le cinque azioni del Pd per l’economia reale

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Cinque azioni per rilanciare l’economia reale. Sono quelle lanciate dal segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, durante un incontro con il mondo del lavoro al quale ha partecipato a Torino con il sindaco Piero Fassino e con Cesare Damiano, capolista in Piemonte I.

Le 5 azioni per l’economia reale:

1. Liquidità per dare respiro alle imprese con un piano di 50 miliardi in 5 anni per il pagamento dei debiti della Pubblica amministrazione verso le imprese.
La misura sarà finanziata con l’emissione di titoli ad hoc sul modello dei Btp Italia

2. Investimenti con un grande piano di piccole opere: 7,5 miliardi di euro in tre anni per mettere in sicurezza scuole e ospedali. Con meno spese per i cacciabombardieri, fondi strutturali europei e sgravi fiscali per i privati che investono

3. Economia verde con lo sviluppo dell’efficienza energetica e delle energie rinnovabili e con la riqualificazione degli immobili, per rivitalizzare l’edilizia senza consumare territorio

4. Banda larga e Ict Una grande opera infrastrutturale per sviluppare un sistema di servizi che dia lavoro ai giovani

5. Industria 2020 Riprendendo il filo di Industria 2015, il piano Bersani che dava frutti ma che Berlusconi ha smantellato. Servirà a portare sviluppo tecnologico, internazionalizzazione e ricerca nei settori del saper fare italiano

 


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